Nome scientifico: Corylus avellana
DESCRIZIONE
Presenza diffusa e abbondante quella del Nocciòlo (Corylus avellana), essenza arbustiva che si presenta con una serie di ramificazioni più o meno spesse a seconda dell’età di ciascuna, collegate tutte ad una stessa base.
Deve il suo nome scientifico alla particolare cuffia sfrangiata che avvolge il prezioso frutto, dal greco “Korus”, cioè “elmo” e dall’indicazione geografica “avellana”, relativa all’Avellinese, area in cui questa pianta prosperava.
La sua altezza, col portamento arbustivo arriva ai 4 metri circa mentre, se a portamento arboreo può raggiungere i 10 metri. La sua chioma globosa ed estesa costituisce spesso al suo intorno aree di sottobosco prive di altra vegetazione dal valore paesaggistico molto elevato.
Pianta monoica, con fiori maschili che si presentano in amenti penduli, di color giallo oro, ricchissimi di polline per la diffusione anemofila; fiori femminili presenti sulla stessa pianta poco appariscenti, a forma di gemma, provvisti di un breve ciuffetto di stimmi color rosso vivo. Il suo frutto è universalmente noto ed apprezzato.
Presente in tutto il nostro territorio, non presenta particolari esigenze e si distende dalla pianura fino ai 1700 mslm.
PRESENZA AL PARCO DELLA STORGA
Il Nocciòlo crea dentro il parco ampie zone fitte ed ombrose con il sottobosco umido, talvolta costeggia i sentieri col tipico portamento di albero “a bastoni”.
CURIOSITÀ
I simbolismi legati al Nocciòlo sono davvero molti e presenti in tutte le principali culture europee. E’ di Nocciòlo il ramo biforcuto con cui il rabdomante cerca l’acqua o, in altre versioni, cerca tesori sepolti. A questa pianta si attribuiva saggezza e conoscenza e, in virtù dell’assimilabilità del suo frutto a quello di un uovo, era molto diffuso l’uso di donarlo come auspicio di fecondità.