SILENZIO AL CENTRO
Settembre 2022
Tra le robinie non oscilla più il telo dell’amaca ed uno scoiattolo zampilla furtivo a terra, cercando qualche noce. Qualche foglio con un disegno sbiadito dalla rugiada si confonde con le foglie del roveto… Cosa rimane di tante settimane di Centro Estivo al parco della Storga? Le due metà del capo di pallavolo abrase fino alla nuda terra, qualche pallone stanco e sgonfio sotto le ali dei rovi, una fila di bastoncini legati chissà forse per realizzare una zattera che ci salverà dal tempo? Rimane l’eco degli schiamazzi, urla e risate dei ragazzi e ragazze che si sono alternati di settimana in settimana nelle varie attività proposte. Rimane il silenzio sconfinato, profondo, verticale ed orizzontale che solo un bosco può dare; un silenzio di riflessione su ciò che abbiamo vissuto; è un silenzio fertile, donativo, è humus… Capita di passeggiare immersi nell’assoluto silenzio della Storga, negli stessi luoghi che fino a qualche giorno prima, hanno visto sfilare chiassose bisce di variopinti bambini e ragazzi… la sensazione è di irrealtà, si illusione: è successo veramente?! Abbiamo davvero catturato ed osservato un piccolo di biacco, agile e mordace serpentello? Abbiamo davvero visto nuotare una piccola testuggine palustre europea? … e la cimice assassina? Siamo davvero saliti sulla casa sull’albero e ci siamo dispersi nel nascondino più grande del mondo? Sì, è accaduto tutto ma, proprio come le acque limpide ed inquiete – anche se magre quest’anno – della Storga, le cose passano. Anche le solide, concrete costruzioni che abbiamo realizzato … il ponte con la staccionata, la legnaia, le capanne…piano piano verranno riassorbite dall’ambiente; l’erba ricrescerà, le foto scattate verranno cancellate dall’archivio per lasciar posto nella scatola della memoria ad altre immagini, più fresche e chiare, come le acque della Storga… ma, allora? Di tutte le attività svolte, dei temi assegnati ad ogni settimana (intrecci, il viaggio, la musica, ecc.), dei giochi, dei pranzi consumati stesi sull’erba ascoltando un racconto, delle risate, dei pianti… non rimarrà nulla?
Sappiamo che l’educazione ha a che fare con la magia, con quello che viene definito “intangibile”, ma l’educazione ambientale corrisponde alla distribuzione di pollini al vento del tempo e poi, chissà… stanchi, sediamo ad aspettare…
…poi capita di incontrare in un grande negozio (outlet non riesco a scriverlo…) un ragazzo che ha partecipato ai centri estivi e ti saluta accanto ad un genitore ed arrossendo leggermente dice: “Mi mancherete; non vi dimenticherò…” . In qualità di educatori ambientali cerchiamo di promuovere l’attenzione, l’amore per l’ambiente, la conoscenza di piante ed animali che ci accomunano; poi però, col tempo, l’ambiente si dimentica, alcuni animali migrano, le piante appassiscono; ma dai ragazzi incontrati nel grande negozio scopriamo che di quel che abbiamo condiviso rimane qualcos’altro, altrettanto importante: l’amore.
Gian Pietro Barbieri